Chiuso il bivacco Bafile: il pensionamento di un eroe della montagna
Dopo quasi sessant'anni di servizio instancabile, il Bivacco Bafile, storico bivacco sulle vette del Gran Sasso, è stato chiuso per danni strutturali. Costruito nel 1966 grazie ai volontari del CAI dell'Aquila e all'aeronautica militare, ha offerto riparo e sicurezza a innumerevoli alpinisti. La sua chiusura segna la fine di un'era, ricordando il pensionamento di un vero eroe delle montagne.
l Bivacco Bafile, situato a quota 2.666 metri sul massiccio del Gran Sasso d’Italia, rappresenta un punto di riferimento fondamentale per gli alpinisti che affrontano le sfide del Corno Grande. La sua storia, ricca di avventure e di sforzi collettivi, inizia nell'agosto del 1966, quando un gruppo di volontari del Club Alpino Italiano (CAI), sezione dell'Aquila, decise di costruire un rifugio in una delle aree più impervie del massiccio.
La Costruzione: Un'Impresa Straordinaria
La costruzione del Bivacco Bafile fu un'impresa non da poco. La sua posizione, uno spiazzo di dieci metri per cinque circondato da strapiombi e affacciato sulla Valle dell’Inferno, rendeva il trasporto dei materiali estremamente difficile. Tuttavia, grazie all’intervento degli elicotteri dell’aeronautica militare, impiegati in una speciale esercitazione, e all'uso di candelotti di dinamite per creare i fori dei pilastri di sostegno, il rifugio fu completato in meno di due mesi.
Un elemento cruciale per il successo dell'impresa fu l'intercessione del vescovo di Alatri, Monsignor Ottaviani, originario di Rocca Di Cambio. Egli portò la questione all’attenzione del Ministro della Difesa dell’epoca, Giulio Andreotti, ottenendo l’autorizzazione per l’uso dei mezzi militari. Questo intervento permise il trasporto dei materiali necessari, risolvendo uno dei problemi logistici più complessi.
I Volontari: I Veri Eroi del Bivacco
Il cuore dell'impresa fu il gruppo di volontari del CAI dell'Aquila, guidati dal presidente della sezione Nestore Nanni e dal segretario Dario Torpedine. Questi uomini, molti dei quali noti anche per il loro legame con il mondo del rugby, si tassarono personalmente per finanziare la costruzione del rifugio. Tra di loro c'erano Domenico Alessandri, Francesco Aloisio, Alfonso e Franco Cerasoli, Alfonso Colacchi, Mimì d’Armi, Vincenzo Del Grande, Bruno Faccia, Emanuele Imprescia, Carlo Leone, Roberto Marotta, Paolo Rubei, Paolo Scipioni, Maurizio Sista, Enrico Stecca, Carlo Del Grande, Mario Angelantoni, Sergio Parisse, Gaetano Fiore, Tullio Alderighi, Sandro Prosperococco e Alfredo Elia.
Lavorando in condizioni difficili, dormendo in tende nonostante il freddo estivo delle alte quote, i volontari riuscirono a portare a termine la costruzione del bivacco. Un episodio significativo fu quando un elicottero, sbilanciato dal peso del cemento, dovette sganciare la rete con i materiali, che finirono nella Valle dell’Inferno. I volontari recuperarono a piedi la rete e il materiale, dimostrando un impegno e una dedizione straordinari.
L'Inaugurazione e l'Evoluzione del Bivacco
Il Bivacco Bafile fu inaugurato l’11 settembre 1966, con una cerimonia che rese omaggio alla memoria di Andrea Bafile, medaglia d’oro al valor militare. Da allora, il bivacco è stato un rifugio sicuro per alpinisti e appassionati della montagna, offrendo riparo e un punto di appoggio nelle loro ascensioni.
Nel corso degli anni, la struttura ha subito varie ristrutturazioni e miglioramenti. Dopo il terremoto del 2009, il CAI regionale ha messo in sicurezza la strada per raggiungere il bivacco, realizzando anche una ferrata nell'ultimo tratto. Questo percorso facilitato da corde di acciaio fissate alla roccia ha reso più sicuro l'accesso al rifugio.
Il Pensionamento dell’eroe
Recentemente, dopo l'ultima stagione invernale, il Bivacco Bafile ha riportato danni strutturali significativi che ne compromettono la sicurezza e l’efficienza. La sezione dell’Aquila del CAI ha già avviato le procedure per la rimozione del bivacco e la costruzione di una nuova struttura, grazie ai fondi messi a disposizione dalla Regione Abruzzo. Nel frattempo, è stato chiesto ai frequentatori della montagna di astenersi dall’utilizzo del bivacco.
Il Bivacco Bafile non è solo una struttura di emergenza; è un simbolo della dedizione e dello spirito di comunità che caratterizzano gli alpinisti e gli appassionati di montagna. La sua storia, fatta di sforzi collettivi e di solidarietà, continua a vivere nei ricordi di chi ha contribuito alla sua costruzione e di coloro che ne hanno usufruito. Con il progetto di un nuovo bivacco, la tradizione e lo spirito del Bafile continueranno a ispirare le future generazioni di alpinisti.
Hai trovato questo articolo interessante?
Unisciti a noi nella più grande comunità di campeggiatori wild! 🏕️
Scarica l'app per connetterti con campeggiatori appassionati come te e condividere i luoghi perfetti per piantare la tenda.
Seguici su Instagram per imparare divertendoti e per condividere le tue avventure.
Visita il nostro sito web per scoprire le attività coinvolgenti della nostra community.
Iscriviti alla Wild-letter per seguire le prossime storie emozionanti.
Resta sempre aggiornato sul mondo del wild camping seguendoci su Facebook.
Non perderti i reel più virali pubblicati sul profilo TikTok!
Vieni a vivere la tua avventura all'aria aperta con Wildhood - Bivacchi e campeggio libero! 🌄